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Carnival Series – Gioie finali per poiuytr7 e Jn.Frusciante! Grieco fa doppio final table

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E alla fine i 112 eventi delle Carnival Series sono finiti (quasi tutti) in archivio.

Ieri sera su PokerStars i giocatori hanno avuto le ultime occasioni per registrarsi e prender parte a questa grande festa online, già culminata con il tavolo finale del Main Event.

In questo speciale lunedì non può lamentarsi ‘Jn.Frusciante’, vincitore dell’evento 111 in mezzo a un field tosto. Spicca anche il doppio final table di prestigio per Nicola Grieco, player noto anche ai rounders del live. Ecco tutti i dettagli…

 

Carnival Series-106: €50 NL Hold’em Deep-Stack (iscritti 1.464, montepremi 65.880)

Partiamo dal torneo delle 19:00 che ha totalizzato 366 re-entries e 260 posti ITM. Alle 4:45 ha poi trionfato ‘Maravilla011‘: a lui sono andati €2.816 di taglia più €4.803. Totale €7.620.

Il runner-up ‘mostro3120’ si becca 4.558 euro complessivi, il terzo classificato 3.450 euro. Sesto posto per Enrico ‘Wh4TisL0v3’ Camosci.

 

Carnival Series-107: €50 NL Hold’em 6-Max KO (iscritti 1.500, montepremi 67.500)

Continuiamo con il Progressive KO delle 20:00 che garantiva altri 40mila euro. Soldi capaci di generare 442 re-entries e 275 posti pagati. Alle 4:44 qui ha trionfato ‘poiuytr7‘. Pensate che si è beccato 4.900 euro solo di taglia, più 4.126 euro. Totale 9.029 euro.

Il runner-up ‘babi7978’ si merita complessivamente 4.540 euro circa; il terzo ‘Ganesh108’ 2.785 euro. Quinti il pugliese Nicola ‘nikgrieco80 Grieco.

 

Carnival Series-109: €100 NL Hold’em Last Chance 6-Max KO (iscritti 1.339, montepremi 120.510)

Dovremo aspettare ancora una sera per scoprire tutti gli esiti delle Carnival Series. L’evento 109, infatti, conta 81 left ai tavoli. Tutti hanno almeno 157 euro assicurati sul conto, escludendo le ricche taglie. E i premi più ricchi varranno 7.495 euro circa.

Domina nel count per ora ‘whitediabolic‘ con 671.189 di stack e una taglia già da 655 euro. L’avg è di 165k. Occhio anche a Christian ‘ninetto1989’ Nuova al quarto posto provvisorio.

 

Carnival Series-111: €100 NL Hold’em Turbo KO (iscritti 780, montepremi 70.200)

Chiudiamo con l’ennesimo Progressive KO, capace di totalizzare 167 re-entries e 135 ITM. Alle 4:03 tutto è finito in archivio con la grande vittoria di ‘Jn.Frusciante‘: 5.690 euro solo di taglia per lui, più 4.866 euro. Totale 10.556 euro.

Il runner-up ‘Getzemani13’ si becca 1.906 euro di taglia per un totale di 6.772 euro. Terzo Andrea ‘thecogo’ Cogo. Ritroviamo al sesto posto Nicola Grieco con un ottima taglia da 1.050 euro. Settimo Michael ‘Sardo1110’ Ibba.


Federico Petruzzelli racconta la vittoria del Main Event Carnival Series

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federico-petruzzelli-intervista

Un abbraccio a moglie e figlia, una doccia, una uscita per fare colazione in famiglia e poi a nanna.

In ordine temporale è quello che ha fatto Federico Petruzzelli dopo la vittoria del Main Event Carnival Series arrivata stamani poco dopo le sette.

Al risveglio il giocatore siciliano ha risposto alle nostre domande sul bellissimo primo posto. Federico ci ha detto subito di aver giocato con un handicap:

“Durante il day2, diciamo da 30 left fino alla fine, ho preso due Oki perchè avevo un dolore di testa atroce”. Ecco il botta e risposta con lui via WhatsApp.

 

Qual è stata la mano più importante del torneo vinto?

E’ sicuramente quella arrivata all’inizio del final table. Da UTG+1 apre un 23x, da middle position io shovo 18x con A-Q, mi chiama con A-K e il board è A-6-6-9… Q river! Una donna che ha spostato veramente tanti soldi.

 

Qual è la mano che pensi di aver giocato meglio?

Un fold in heads-up su tribettato mio con due Assi. Su board K-7-3-7-3 check-chiamo flop, check-chiamo turn e check-foldo river dopo aver tankato tipo un mese e mezzo. A quanto pare ho foldato bene. In heads-up è stato un fold durissimo, te lo assicuro, anche contro quell’avversario che era un mossaiolo, infatti l’avevo trappato. Nel testa a testa lui a un certo punto era 4 a 1 di stack ma non ho voluto mollare di un centimetro, sentivo di potercela fare.

 

C’è stato un momento in cui hai pensato ‘questo torneo è mio’?

Sì, verso i 15 left quando ero nella top3 del chipcount. Non era tanto il discorso di essere top 3 quanto per il focus e la confidence che avevo, a un certo punto ho pensato che potesse essere il mio torneo: alla fine è andata bene.

 

Su quanti tavoli stavi giocando?

Avevo aperto un solo tavolo, non ho voluto far partire niente altro perchè dall’inizio del Day2 avevo voglia di fare bene a questo Main Event. Ho giocato con schermo bello grande, tavolo gigante, ascoltavo la mia musica, a un certo punto era un po’ come se stessi giocando live, che tra l’altro è il mio main game. E’ risaputo che preferisco giocare live piuttosto che online, anche se pure online i tornei come quello di stanotte mi danno una certa adrenalina.

 

Come era il livello degli avversari al Tavolo Finale?

Molto variegato, c’erano un paio di giocatori molto molto bravi, altri discreti. Un paio di avversari erano parecchio mossaioli e uno che oltre a essere mossaiolo era anche skillato, aggro e skillato (ecco i grafici e le statistiche di tutti i Finalisti del Main Event Galactic Series).

 

Vista la formula a KO progressivo hai fatto qualche call un po’ tirato?

Non ho fatto spite particolarmente grossi a parte uno da big blind contro ‘zioermejo’ che ha shovato da bottone per 9x in cui ho chiamato con 9-Ts.

 

Come hai festeggiato la vittoria?

Ho abbracciato mia moglie e mia figlia, nessun altro modo particolare. Loro si sono svegliate che avevo vinto il torneo da poco, ho fatto una doccia rilassante perchè avevo i nervi abbastanza tesi e un mal di testa incredibile e poi siamo usciti a fare colazione. Quando siamo tornati a casa mi sono messo a dormire e mi sono svegliato adesso. Solitamente quando vinco online non facciamo grandi feste, quelle più che altro quando arriva una vittoria live.

 

Qual è il tuo plan pokeristico oggi?

Ultimamente online ho giocato davvero poco perchè il punto it non mi piace, tendo a giocare cash live in giro dove capita. Non ho grandi progetti pokeristici nel senso che quel che viene viene, ora non penso a WSOP, EPT… Quando mi sento di giocare scendo in campo, altrimenti niente. Sono invece pieno di progetti in real life, ho comprato casa da poco, tra un annetto ce la consegneranno.

 

Per finire una curiosità che ci hanno chiesto tanti: come mai su PokerStars non giochi più col tuo nick ‘FederikoPX’?

Non fu una mia richiesta, PokerStars ebbe un problema tecnico con le mie casse nel periodo in cui giocavo dot com e mi scrisse il supporto per informarmi che avrebbero chiuso l’account e che quindici giorni dopo ne avrei potuto aprire uno nuovo.

Per Luigi D’Alterio è arrivato il momento di raccogliere agli High Stakes dot com

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Mentre su PokerStars erano in corso le Carnival Series che hanno laureato campione Federico Petruzzelli, nella estensione internazionale della poker room della picca rossa si sono svolte le Bounty Builder Series in cui si è messo in luce un giocatore italiano.

Parliamo di Luigi D’Alterio che con il suo nickname ‘Il-Giuglia’ ha raggiunto due Tavoli Finali in altrettanti tornei High Stakes delle Bounty Builder Series.

Luigi ha infatti prima strappato un settimo posto all’evento 53, un 8-max da 2.100$ di buy-in, e poi un quarto posto all’evento 180 da 1.050$ di buy-in.

Dopo la vittoria dell’anno scorso di un evento TCOOP e il secondo posto live a Praga, per il player campano è arrivato il momento di raccogliere quanto seminato negli ultimi anni su dot com? Ecco cosa ci ha detto Luigi.

clicca per ingrandire

 

A che livelli giochi oggi su dot com?

E’ ormai un anno e mezzo che gioco abi 100$/150$ circa, che si alza un po’ durante le series su com. Tra alti e bassi comunque sta andando abbastanza bene rispetto ai primi due anni iniziali qui a Malta.  Gioco tutto dai 55$ ai 215$ ai 530$ con un buon garantito e field, poi faccio i satelliti per gli 1k e i 2k e durante le Series gioco a dritto anche i tornei da 1K di buy-in con garantito alto. Infatti al torneo da 1k in cui ho fatto Final Table lo ho giocato diretto mentre per il 2k ho vinto un satellite.

In ogni caso dopo lo shot live a Praga ho alzato leggermente l’abi togliendo qualche medium stake e aggiungendo qualche high stakes per tablare leggermente meno – anche se comunque, per l’abi che gioco, forse tablo comunque un pelino troppo. Negli ultimi tre mesi sta andando davvero bene.

Dato che ho alzato tanto l’abi durante le Series gioco sempre e tanto. Fuori dalle Series studio molto di più e gioco magari solo i giorni migliori, tipo domenica e giovedì e quando ho voglia di cliccare. Rispetto al passato sto dedicando più tempo a me stesso che è molto importante per arrivare con la testa giusta agli appuntamenti che contano, run permettendo ovviamente 🙂

 

 

In uno dei tavoli finali c’era il mitico ‘Lena900’: che effetto fa giocare contro gli Dei del poker?

I primi tempi quando giocavo un high stakes full reg ero un po’ condizionato, non sempre esprimevo l’A game. Ora nonostante alcuni siano davvero di un altro livello, avendo studiato tanto nell’ ultimo anno, nel singolo torneo e nei singoli spot il gap con loro non è cosi alto. Nel field high stakes ci sono anche reg non top contro cui penso di giocarmela tranquillamente..

Una cosa simpatica da dire è che i primi tempi che giocavo stake alti in field reggosi notavo che i reg mi overflattavano/tribettavano molto larghi, poichè giustamente essendo nuovo non mi consideravano un buon reg. Ora non dico di venir rispettato, ma comunque c’è una netta differenza rispetto a prima e questa cosa non mi dispiace perchè comunque fare stack uncontested aiuta tantissimo. Farlo ai primi tempi  era molto più duro…

clicca per ingrandire

Da specificare che c’è una netta differenza tra i regular che giocano high stake live e online. Solo durante le Series vedo davvero nomi famosi e magari regular top15 che grindano il palinsesto giornaliero. Tra questi i miei preferiti sono ‘€urop€an’ e ‘Lena900’  (Samuel Vosden e Niklas Åstedt, ndr) ma ce ne sarebbero tanti da citare, anche perchè a quei livelli, tra i top20, la differenza di skill è cosi bassa che la run sposta infinito, sopratutto nel breve periodo.

 

Per i Tavoli Finali delle Bounty Builder Series hai un po’ di delusione per non essere arrivato fino in fondo?

No, non sono rimasto deluso da entrambi i Tavoli Finali. A quello da 1.050$ potevo sciacallare almeno un altro gradino facilmente ma 4 left la situazione non era delle migliori. Al 2K con un field di sicuro più tosto ho perso un coinflip in 3 way che spostava tanto, quindi magari di sicuro c’è un po’ più di rammarico per l’eliminazione al 2k, anche se al 1k sono arrivato più vicino a mettere tutti KO 🙂

 

L’ultima volta che ci eravamo parlati avevi detto che stavi giocando cash game per migliorare nel postflop: continui a farlo? Che progetti hai?

Continuo a giocare un po cash game a tempo perso, ma preferisco comunque studiare gli spot 20/50bb, che sono le dinamiche più frequenti nei tornei.

Per il futuro sicuro continuerò a giocare online il palinsesto normale e le varie Series e magari giocherò qualche evento live in più dato che penso ci sia molto più margine rispetto all’online, ma purtroppo la varianza è molto più assassina. Il mese prossimo sarà a Barcellona per il PartyPoker Festival e quest’anno di sicuro sarò a Las Vegas per giocare il Main Event Wsop.

Quando bettiamo ci sono almeno 5 motivi deboli: ecco quali sono

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Fra le tante discussioni nel mondo del poker di strategia e tecnica è molto ampio il capitolo delle bet, ovvero delle puntate.

Quante volte abbiamo sentito dire “Dovevi bettare al flop”, oppure “avresti dovuto controllare, invece che uscire in puntata”? Tantissime e ancora molte volte ne sentiremo. E’ un discorso probabilmente infinito e che forse non riuscirà mai a mettere tutti d’accordo.

Solitamente si parla di scommesse per valore o in bluff, ma ci sono almeno altri 5 motivi che ci inducono a bettare. Questi sono motivi deboli, non sempre necessariamente errori o azioni sbagliate ma pur sempre delle bettate che rischiano di farci vincere meno o di farci perdere molto, a seconda dei casi. Insomma situazioni borderline, da limare per acquisire ancor più consapevolezza di gioco.

 

1 – Mai bettare per info

Il famoso detto “punto per capire dove sono nella mano” è il primo motivo debole nelle bettate. Una frase molto ricorrente, soprattutto fra coloro che sono alle prime armi. All’apparenza può sembrare una cosa giusta in quanto il poker è un gioco di informazioni. Ma se osserviamo bene non lo è.

Poniamo ad esempio di aver floppato una middle pair e decidiamo di bettare per capire dove siamo noi nella mano, oltre al nostro avversario. Se quest’ultimo folda avremo ottenuto informazioni utili? No e abbiamo ottenuto meno a livello di chips con le nostre carte.

Se saremo chiamati invece? In realtà sappiamo che il rivale ha una mano con il quale sembra disposto a giocare, dunque è lecito chiedersi: siamo davanti o dietro? Sta preparando un bluff oppure ci sta trappando?

Il punto del discorso gira tutto attorno ad una sola cosa: nella decisione di puntare la ‘bet per info’ non deve mai essere l’elemento principale, ma eventualmente un vantaggio collaterale.

2 – Non bettare per proteggere la propria mano

Ci sono due circostanze in cui un giocatore può “scommettere per proteggere” la sua mano. Il primo è ovviamente errato, il secondo molto più sottile.

Nella prima casistica il giocatore tende ad aumentare il valore che assegna alla propria mano o al proprio punto rispetto a quanto in realtà sia. Quando overbettiamo solo per proteggere la nostra mano saremo chiamati solo da punti migliori e di conseguenza non è quello che dobbiamo fare in una puntata per valore.

Quando abbiamo una mano possiamo valutare la scommessa. Il nostro obiettivo è scommettere l’importo ottimale, ovvero la size che restituisce il profitto più alto nel lungo termine. Non cerchiamo di “proteggere” la nostra mano ma dobbiamo mettere i nostri avversari nelle condizioni di inseguirci.

E qui ci riallacciamo all’altra circostanza, in cui “Scommettiamo per proteggere la mano”. Che in realtà non è una protezione ma una scommessa fatta appunto per ottenere il massimo profitto. E’ questa la sottile “grande” differenza fra le due azioni.

 

3 – Evitare di bettare per bloccare una puntata superiore

Quante volte capita di assistere a piccole bettate durante un mano, al solo scopo di scoraggiare il rivale ad effettuare delle bet più ampie? Tantissime.

Il problema con questa strategia è duplice. In primo luogo, dovremmo puntare sul valore quando siamo in vantaggio sul range di chiamata del rivale. Dovremmo quindi scommettere l’importo ottimale, di solito superiore alla dimensione di una scommessa bloccante. Altrimenti non dovremmo scommettere affatto a meno che non abbiamo un’opportunità di bluff redditizia. Dovremmo quindi ridimensionare la nostra scommessa per ottenere una fold equity sufficiente.

Il secondo problema è che la nostra scommessa bloccante fuori posizione è spesso ovvia per un player esperto. E questo ci espone a dei possibili bluff da parte di oppo, oppure a delle fughe, quando in realtà abbiamo un punto importante in mano. Insomma l’idea del bloccare va eliminata dal nostro processo mentale. Solo per valore o per bluff.

4 – Bilanciare i range, ma per fare chips

Questo aspetto probabilmente è più comune nel gioco online, dove la tracciabilità delle mani è più alla portata che in partite dal vivo. Quello che non dobbiamo mai dimenticare è l’importanza di bilanciare spesso il range delle nostre mani. Questo non significa scommettere per bilanciare: se vogliamo bluffare, lo facciamo perché crediamo che sia la situazione giusta per farlo e non per altro. Bluffiamo per conquistare più chips e non per bilanciare la nostra gamma di mani.

 

5 – Non manipolare la tua immagine

Il quinto ed ultimo punto riguarda il desiderio di molti giocatori di dare un’immagine diversa di sè con alcune puntate. E’ un qualcosa che nel lungo termine pagheremo, specie nelle partite con buyin e stakes bassi. Una strategia ideale è quella invece di possedere l’immagine che abbiamo generato giocando al massimo delle nostre potenzialità. Quindi sfruttiamo la nostra immagine quando si presenta l’occasione, lasciando da parte trasformismi inutili e rischiosi.

 

Diretta streaming Millions Super High Roller Series

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partypoker live sochi millions

Un appuntamento imperdibile con le grandi dirette di poker live.

Da sabato 7 a venerdì 13 marzo in questa pagina potrai seguire in diretta streaming i tornei del PartyPoker Millions Super High Roller Series in programma a Sochi.

Come sempre accade in occasione degli eventi High Stakes, in Russia arriveranno a darsi battaglia da ogni angolo del mondo i giocatori più forti del panorama pokeristico attuale: il modo migliore per vedere i top player in azione e carpire i loro segreti (ecco come puoi migliorare a poker guardando una diretta streaming a carte scoperte!)

Per vedere la diretta streaming non devi fare altro che schiacciare play nel riquadro sotto:

 

Programma dirette streaming PartyPoker Millions Super High Roller

Ecco il programma completo delle dirette streaming da Sochi:

programma diretta streaming partypoker millions russia

I giocatori perdenti si riconosco da 10 errori: ecco quali sono

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Nel gioco del poker, pochi saranno i players vincenti e molti i giocatori vincenti. E’ un dato matematico oggettivo e non opinabile. Tutti non possono vincere. Vinceranno in alcune occasioni, ma nella maggior parte dei casi saranno costretti alla sconfitta. Dunque se il giocatore vincente è facile riconoscerlo per la grande continuità di risultati, certe volte fatichiamo un pò di più a riconoscere il perdente.

O meglio, fatichiamo a leggere tra le righe quei players all’apparenza bravi, ma che in realtà fanno parte della grande maggioranza degli sconfitti. Per capire chi sono i giocatori perdenti, non resta che osservare le loro giocate, il loro comportamento al tavolo e l’immagine che danno. Da queste cose possiamo ricavare almeno una decina di errori, dai quali possiamo capire che si tratta di un player perdente.

1 – Quando l’ego prevale su tutto

Il primo spunto, per riconoscere il giocatore perdente, lo riscontriamo quando il player fa prevalere l’ego sul buon senso. Bluff incomprensibili, duelli con altri giocatori solo per delle precedenti history e voglia di mostrare ben oltre le proprie potenzialità.

2 – L’ossessione di essere bluffati

Uno degli aspetti più curiosi del giocatore perdente lo abbiamo quando lo stesso player crede di essere bluffato continuamente dagli avversari. In pratica pur avendo un punto molto spesso battutto da gran parte delle mani, si intestardisce nel callare. Poche volte balena nella sua testa la possibilità di una mano migliore del rivale e molto spesso si sentirà in dovere di chiamare, perché oppo a suo dire sta bluffando.

3 – Punto forte, ma gas chiuso

I giocatori perdenti hanno poi un vizio incredibile. Quelle volte che hanno un punto importante tra le mani, riescono quasi sempre a farsi pagare meno di quello che dovrebbero. Fanno perdere valore alla mano, incassano meno del previsto e non si rendono conto di aver perso una grande occasione. Manca la così detta aggressività in questi casi. Insomma fare chips non è il loro forte.

4 – Il bluff, questo sconosciuto

Come detto in precedenza i giocatori perdenti credono sempre di subire un bluff. Ma raramente vedrete un player non vincente provare l’ebrezza di un bluff. Troppo rischioso, troppe ansie e forse anche troppa confusione in testa. Giocando chiusi come tombini, per gli altri al tavolo la situazione si fa tutta in discesa.

5 – Gli dei del poker contro se stessi

Il giocatore perdente si sente perseguitato dagli dei del poker. Ogni scoppio sarà per causa loro e non certo per avere limpato gli assi da utg. Ogni mano persa ha il sapore che certe divinità si abbattono solo su di essi e basta. Ricordate ogni mano è figlia solo delle vostre scelte. Sta a voi scegliere il meglio.

6 – Matematica? No vado ad intuito

Il giocatore perdente non ama la matematica e pensa che il poker non sia fatto di percentuali e probabilità. L’intuito viene prima di tutto. Vero che in certi frangenti l’intuito e alcune sensazioni possono fare la differenza. Ma affidarsi ad esse e basta per tutta la durata di un torneo, o di un tavolo cash game è assai deleterio.

7-  Fuori Bankroll regna la paura

Uno dei punti cardine del gioco del poker è la gestione certosina del proprio bankroll. Ecco il giocatore perdente non sa neanche dove sta di casa il bankroll. Spesso si getterà senza paura in delle mischie eccessive per le sue tasche. Salvo poi farsi prendere dalla paura al tavolo e giocare ancor peggio del solito, sotto il peso di cifre per lui troppo alte.

8 – Gioco, ma so di perdere

Chiunque si iscrive ad un torneo lo fa sperando di vincerlo. In cuor suo però il giocatore perdente sa già al momento dell’iscrizione che il torneo a cui sta per prendere parte avrà da regalarli pochissime gioie. Gioca sapendo in cuor suo di aver un gap notevole rispetto ai suoi avversari.

9 – Io sono Iron Man

Il troppo è troppo. Giocare per tantissime ore porta inevitabile stanchezza, ma il giocatore perdente se ne frega pensando di essere indistruttibile. Cosi come non sa dire basta, quando veramente i board non sono per niente amici e le cose non vanno per il verso giusto. E imperterrito continuerà a giocare, perdendo tempo, chips e morale.

10 – Scegliere a caso

Il giocatore perdente, specialmente nel cash game. Non sa fare selezione dei tavoli e degli avversari. Che possa esserci mister X o Phil Ivey cambia poco per lui. E in quel momento commette il primo dei grandi errori.

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